Omaggio di Vicenti alla Scala
La vena creatrice di Carlo Vicenti non conosce quasi mai soste. Anche quest’anno non poteva, pertanto, rimanere immune dinanzi al mistero del Natale, del Dio che si fa uomo. Ispirandosi alla classica composizione plastica della nascita di Gesù ha realizzato una sua originale Natività da destinare all’Abbazia Madonna della Scala di Noci, un amato e autorevole faro della cristianità locale e non solo. Martedì 11 dicembre egli è stato ospite della comunità benedettina nocese e, accolto con cordialità e fraterna benevolenza dall’abate padre Giustino Pege, ha donato la sua opera intitolata “Crudo sasso”.
Il particolare presepe, un omaggio a San Francesco che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione della Natività, prende spunto dall’Eremo delle Carceri, il luogo dove il santo di Assisi era solito appartarsi e dove aveva come giaciglio la nuda roccia. La culla di Gesù bambino, la mangiatoia, è, infatti, costituita da una pietra locale; la sacra famiglia è invece realizzata con filo di rame, forse il metallo che l’uomo usa da più tempo. Il tutto è adagiato su un tessuto di raso blu. La scelta dei materiali non è casuale e banale. La pietra e il rame sono parte dell’identità e della storia della nostra comunità; elementi, presenti da secoli nei luoghi e nelle case dei nocesi, che bene si prestano a rappresentare il cuore autentico, domestico e la devozione di ogni credente. Il blu del raso è molto simile al “blu vicentiano”, creato e amato da Carlo Vicenti, una sorta di marchio di fabbrica che caratterizza quasi tutta la sua produzione pittorica. Il blu è il colore del mare, del cielo, dello spazio infinito. Nello specifico è la saggezza divina, il padre che viene a salvarci, a purificarci, a ricordarci che siamo tutti fratelli sotto lo stesso cielo.
Carlo Vicenti ancora una volta ha voluto lanciare, con la sua innata inventiva e la predisposizione al dialogo, un personale messaggio con la non recondita speranza che possa in qualche modo alleviare l’esistenza altrui.